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lunedì 11 gennaio 2016

Abelardo e Eloisa

Amori tragici nella letteratura

Di storie tragiche d'amore è piena la letteratura. Orfeo ed Euridice, Romeo e Giulietta, Tristano ed Isotta, Paolo e Francesca, per citarne alcuni: grandi amori, amori impossibili, disperati che hanno colorato intensamente pagine e pagine, dipinti da grandi autori come Dante, Petrarca, Shakespeare, che hanno fatto galoppare la nostra immaginazione, la fantasia. Amori ostacolati da divieti, dal destino avverso, da regole imposte, che hanno trovato la forza di alimentarsi nel bracere della passione e trasformarsi in amore eterno. Amori di così tale portata che neanche la morte dei protagonisti ne ha fatto calare l'alone magico attorno.
Questo post, in cui vi parlerò di Abelardo ed Eloisa vissuti nella Parigi del XII secolo, sarà il primo di una serie sull'argomento. 


“Me infelice e disgraziata, più infelice e più disgraziata di chiunque altra! Tu mi hai sollevata al di sopra di tutte le donne solo perché io debba patire quello che nessun'altra ha mai patito, quello che è tanto doloroso per te come per me?” (da lettere d'amore)

La storia d'amore tra il teologo e filosofo Abelardo e la giovane e brillante Eloisa, nasce intorno al 1116 quando Abelardo ha 37 anni ed è ai vertici della fama.
Ricevuto dal canonico Fulberto l'incarico di precettore della nipote Eloisa, Abelardo viene ospitato imprudentemente dallo zio della giovane in casa propria, sotto lo stesso tetto di Eloisa.
La giovane appena diciassettenne, la cui intelligenza suscita ammirazione in tutta l'Ile de France, è orfana e appena uscita dal monastero di Argenteuil.
Abelardo attratto dalla bellissima Eloisa cercherà di sedurla con ogni mezzo, e la ragazza gli cederà. Lo scandalo scoppierà ben presto, perchè gli amanti non si nascondono e hanno l'ardire di proclamare apertamente il loro amore.
La storia prende quindi i risvolti della tragedia: lo zio Fulberto li scopre, beffato e furioso scaccia Abelardo. I due amanti fuggono insieme e Abelardo propone ad Eloisa, in attesa di un bambino, il matrimonio. Dopo il primo rifiuto Eloisa accetta la proposta, mette al mondo il bambino, a cui danno il nome di:Astrolabio e torna con l'amante a Parigi per sposarsi.
Poi si rifugia con il bambino tra le monache di clausura di Argenteuil, ma lo zio si vendicherà selvaggiamente: assolderà alcuni sicari che, penetrati nella notte nell'abitazione del filosofo, lo sorprenderanno e lo castreranno, poi diffonderà la notizia. 

Abelardo e Eloisa - Edmund Blair Leighton
Lo scandalo enorme e la profonda umiliazione fa decidere Abelardo a farsi monaco, e Eloisa, non ancora ventenne, prende il velo tra le religiose di Argenteuil.

Da Abelardo e Eloisa, Lettere d'amore, a cura di E Roncoroni, Rusconi, Milano, 19711 pp. 180-187:

“Quei piaceri d’amor che abbiamo gustato insieme sono stati così dolci per me, che non posso pentirmene e nemmeno cancellarne il ricordo. Da qualunque parte mi volga mi sono sempre davanti agli occhi con tutta la forza della loro attrazione.”

“Hai patito per causa delle tua legittima sposa quella che di solito è la conseguenza di un amore illecito con un'amante, con un'adultera. E l'hai patito non quando ci lasciavamo andare ai piaceri ma quando, già momentaneamente separati, vivevamo ormai castamente, tu a Parigi, a capo della tua scuola, io, secondo i tuoi ordini, ad Argenteuil, in mezzo alle monache; quando ormai eravamo lontani l'una dall'altro, per poter attendere con più zelo e con più libertà tu alla scuola, io alla preghiera e alla meditazione dei sacri testi. Eppure proprio allora, mentre conducevamo questa vita che era tanto più santa quanto più casta, proprio allora tu hai pagato nel tuo corpo per tutti e due. A peccare eravamo stati in due, ma tu solo hai pagato: e ha pagato colui che era il meno colpevole, perché tu ormai ti eri umiliato per me e avevi posto ampiamente riparo alla faccenda, onorando me e tutta la mia famiglia."


Abelardo ed Eloisa da Fulberto

“Anche quando dormo mi perseguitano le loro illusioni; perfino nei momenti solenni della messa, quando la preghiera deve essere più pura, le immagini oscene di questi piaceri si impadroniscono talmente della mia povera anima che mi abbandono più a queste turpitudini che alla preghiera”

“Talvolta anche i movimenti del corpo rivelano i pensieri dell’anima ed esse si tradiscono con parole involontarie. Come sono infelice e come ho diritto di ripetere quel lamento di un’anima gemente: ”Me sventurata chi mi libererà da questo corpo di morte?”


Le vite di Abelardo ed Eloisa continueranno, da allora, parallele. Il filosofo fonderà a Troyes la scuola del Paracleto, (Spirito Santo) che cederà a Eloisa e alle sue consorelle. Continuerà a insegnare e sarà condannato due volte per eresia: nel 1121 a seguito del Concilio riunito a Soissons e nel 1141 da un nuovo Concilio convocato a Sens (”ridotto al silenzio perpetuo” secondo l'espressione del Pontefice). Morirà nell'abbazia di Cluny, ospite di Pietro il Venerabile il 23 Aprile 1142.

Eloisa morì badessa del Paracleto oltre vent'anni dopo, nel 1164.

Nel cimitero di Père-Lachaise esiste ancora il monumento funerario per Abelardo ed Eloisa. Eretto nel 1779 nell'abbazia del Paracleto e trasferito nel cimitero parigino nel 1815, è meta, ancora oggi, del pellegrinaggio romantico delle coppie di innamorati, sulle tracce di una storia d'amore che fa ancora parlare di sé.

(Notizie reperite su “Cinque personaggi del passato per il nostro presente” di Jacques le Goff)